Correva l’anno 2013, avevamo inaugurato al pubblico nel maggio dell’anno precedente dopo 18 mesi di “Startup”, il PAINTBALL in Italia era una novità assoluta e c’era molto fermento ed interesse per questa disciplina sportiva d’importazione, ci raggiunse la rivista DIANA ARMI per intervistarci ed approfondire il funzionamento dei marcatori e le modalità di gioco…Riportiamo di seguito un estratto che descrive molto bene questo gioco raccontandone le origini.

PAINTBALL, PRIMO CONTATTO

Come funziona un marcatore per paintball? Quali sono le sue analogie e le differenze rispetto a un’arma ad aria compressa e a una softair? Quali sono le sensazioni allo sparo? Cerchiamo di dare una risposta a queste e ad altre domande

Il primo marcatore: Nelspot 007

Le origini

Il Paintball, (letteralmente “palla di vernice”) è uno sport che nacque alla metà degli anni Settanta negli Stati Uniti. I primi giocatori improvvisati utilizzavano per le loro sfide la pistola ad aria compressa Nelspot 007 che i boscaioli utilizzavano per marcare a distanza i tronchi degli alberi da tagliare nelle foreste del grande Nord. Nel giro di pochi anni quello che poteva sembrare un passatempo per tagliale- gna annoiati esplose come fenomeno di costume e iniziarono a crescere le prime aziende specializzate in marca- tori, abbigliamento e accessori così come nacquero campi, associazioni e regolamenti.

Cos’è il Paintball

Il Paintball uno sport che consiste nell’eliminare l’avversario colpendolo con una pallina di vernice sparata con un “marcatore”, ovvero una sorta di pistola ad aria compressa. E’ poi lo stesso concetto del Softair, con la differenza che il Paintball non ha alcuna pretesa o intenzione di simulare situazioni belliche, anche se alcune gare possono svolgersi in prati o boschi (woodsball). E qui si nota la differenza più evidente tra le due attività: mentre nel Softair è ricercata la massima fedeltà di “armi”, uniformi e accessori,

Una sessione di woodsball

Il Paintball ha un piglio ben più scanzonato

e i giocatori spesso indossano tenute molto più simili a quelle degli “Skaters” che a divise e si rincorrono tra tubi gonfiabili di gomma e ostacoli colorati con graffiti. I marcatori hanno spesso forme e colori di fantasia, senza che questo crei alcun problema per i giocatori, casomai è vero il contrario. Il Paintball è uno sport praticato in tutto il mondo da migliaia di appassionati che ha anche un circuito “Pro” con squadre e giocatori che si contendono premi e sponsor di alto livello. Il rapporto del Paintball con la legge è generalmente buono, anche se varia di paese in paese. In Italia, stante l’ambigua classificazione legale dei marcatori, il Paintball vive una situazione di confine che tuttavia non ha impedito la nascita di alcuni campi dove è possibile accostarsi a questa divertente disciplina. 

Un marcatore "rental"

L’ASD Milano Paintball Camp

Grazie alla disponibilità di A.s.d. Milano Paintball Camp di Cisliano (MI) abbiamo avuto la possibilità di maneggiare alcuni marcatori e di provarli in ambiente controllato.

Rimossi il coperchio e la canna del marcatore si può osservare, da destra, il pistone posteriore, il corpo della valvola di erogazione e il pistone anteriore.

Come funziona

Bisogna premettere che il marcatore che andiamo a descrivere, il Tippmann FT12, appartiene alla categoria dei “rental” ovvero degli strumenti da noleggio, che come tali vengono sottoposti a sollecitazioni continue e a un’usura inimmaginabile per uno strumento privato. Robustezza, facilità d’uso e di e di manutenzione sono quindi privilegiate a discapito di qualunque altro aspetto e il marcatore può essere smontato in pochi secondi senza l’ausilio di utensili. Il marcatore spara in modalità semiautomatica ed è alimentato da una bombola di aria compressa da 0,8 litri a 200 Bar. 

Per il riempimento del sebatoio si usano compressori analoghi a quelli usati per ricaricare le bombole da sub, leggermente modificati. Per fare un paragone con le armi da fuoco, si potrebbe dire che il marcatore FT12 (e molti altri) spara “a otturatore aperto”. Infatti quando si preme il grilletto, il pistone posteriore (l’otturatore) viene spinto da una molla verso la valvola di alimentazione. Nel frattempo il pistone anteriore, collegato a quello posteriore da una barretta metallica, preleva un proiettile dal tubo di alimentazione e lo spinge all’interno della canna. A questo punto l’otturatore colpisce la valvola di alimentazione e qui succedono due cose: una grande quantità di aria spinge il proiettile fuori dalla canna, mentre una piccola parte viene reindirizzata all’interno della carcassa provocando il ritorno all’indietro del gruppo di otturazione, che a questo punto è pronto per sparare nuovamente. 

Il pannello di controllo del compressore che ricarica le bombole dei marcatori
Il caricatore a tramoggia ha una capacità di circa 200 proiettili calibro .68

Tutto sommato si tratta di un sistema semplice ed efficace. Il caricatore a tramoggia contiene fino a 200 proiettili marcanti (paintball), calibro .68” (17,2 millimetri) dal peso di circa tre grammi ciascuno.L’alimentazione avviene per gravità. I proiettili da paintball sono sfe- re di gelatina (la stessa usata per le capsule dei medicinali) riempite di colorante alimentare, atossico e biodegradabile. All’impatto si rompono come un uovo, liberando la vernice. A una decina di metri di distanza l’impatto del proiettile su una parte del corpo priva di protezioni produce una sensazione simile a un pizzicotto. E’ comunque tassativamente vietato usare i marcatori senza indossare protezioni come le maschere e occhialoni. Il marcatore è dotato di una sicura a pulsante sul fusto che blocca la catena di scatto, inoltre è obbligatorio usare anche una sicura a calza di stoffa o a tappo di plastica, che occlude la canna.

Come “spara”

Esteriormente il marcatore Tippman FT12 assomiglia a una pistola mitragliatrice Mini Uzi con una maniglia anteriore presa di peso dall’H&K MP5 PDW, un po’ demodé ma sempre efficace; pesa circa 1400 grammi, ai quali dobbiamo poi sommare il peso della bombola, circa 900 grammi e dei duecento proiettili contenuti nel serbatoio (altri 600 grammi). Il marcatore è sensibilmente sbilanciato all’indietro a causa della posizione della bombola di aria compressa. Gli organi di mira del FT12 riproducono grossolanamente quelli già abbastanza rudimentali dell’UZI, con un mirino piccolo e sfuggente che deve essere traguardato attraverso la tacca di mira e una fresatura della manetta d’armamento. Prendere la mira con organi del genere è davvero un’impresa, specie se si tira in movimento e indossando la maschera di protezione che tende ad appannarsi dopo pochi secondi. Per fortuna i proiettili sono ben visibili quando lasciano la canna, permettendo di correggere la mira sfruttando il loro effetto “tracciante” e qui iniziano le sorprese: nonostante tutto il marcatore che abbiamo provato era piuttosto preciso.
L’alimentazione è fornita da una bombola di aria compressa da 0,8 litri caricata alla pressione di 200 bar
La prova a fuoco del marcatore

Una volta presa la mano non è stato difficile piazzare numerosi colpi in rapida successione su un’area molto ristretta degli elementi gonfiabili posti a una dozzina di metri. La portata utile di un marcatore come quello provato si aggira intorno alla quindicina di metri: a distanze superiori il proiettile è molto erratico e potrebbe non aprirsi all’impatto. Il rinculo e il rilevamento sono praticamente assenti, mentre la velocità di ciclo dell’azione permette di sparare i colpi in rapidissima successione. Va ricordato che per motivi legali i marcatori utilizzati in Italia hanno una potenza, e quindi una gittata inferiore di quelli usati nel resto del Mondo. 

Sparando ad alta cadenza è tuttavia possibile che si presenti il fenomeno conosciuto come “chopping” ovvero la rottura del proiettile all’interno dell’azione o della canna. La fuoriuscita del liquido marcante e i frammenti dell’involucro si accumulano nella canna e compromettono seriamente sia la velocità di uscita sia la regolarità della traiettoria A causa dell’alimentazione a gravità è possibile che i proiettili si incastrino nel caricatore a tramoggia. Solitamente basta dargli una manata per ripristinare il corretto flusso di sferette. Per concludere, i marcatori per Paintball sono certamente strumenti inte- ressanti dal punto di vista tecnologico; quelli più raffinati possono costare più di mille euro accessori esclusi. Sicuramente sparare con un marcatore è molto divertente e le possibilità che uno strumento del genere offre in campo ludico sono ancora tutte da esplorare. Sarebbe auspicabile che ne venisse stabilità una volta per tutte l’identità legale: si tratta di strumenti che servono per giocare. Su questo non può esserci alcun dubbio.

Tipmman ft 12 - esploso.